
L'influenza dei "semi karmici" nella vita quotidiana
Hari om guerrieri della luce.
Il tema che affronteremo oggi è “Karma e Samskara”. L’influenza dei “semi karmici” nella vita quotidiana.
Essere felici dipende in buona parte dal voler essere felici, dal volerlo con il cuore, non con la mente. La mente costruisce delle scuse ed è il più grande ostacolo sulla via verso la felicità.
Secondo lo yoga pensare è ciò che crea il nostro Ego, la nostra identificazione con quello che facciamo e sentiamo. Pensare è ciò che crea i problemi.
Spesso si pensa in base alla percezione che abbiamo del mondo in cui viviamo, di quello che ci capita, di come vediamo la vita attraverso le nostre lenti colorate.
Le impressioni sbagliate, le abitudini sbagliate che abbiamo sono ciò che gli yogi chiamano samskara. Sono “semi karmici”, impressioni che rimangono nella nostra mente. Di solito reagiremo comportandoci in base alla qualità delle esperienze memorizzate: piacevoli o spiacevoli, positive o negative. Questi samskara si possono “cancellare”, “modificare”, cercando di essere consapevoli delle nostre azioni e del nostro modo di pensare.
Già migliaia di anni fa si sosteneva che continuando a pensare e a fare le stesse cose, le nostre abitudini, i nostri modelli di pensiero e le nostre emozioni diventano sempre più forti, trasformandosi in realtà.
Negli anni ottanta i neurologi pensavano che il cervello non fosse in grado di cambiare in età adulta. Un certo numero di neuroni degeneravano lentamente man mano che si invecchiava. I modelli di pensiero si formavano durante la giovinezza e duravano per sempre.
Ad oggi, il pensiero degli scienziati è cambiato. Hanno scoperto quella che è chiamata “Neuroplasticità” (vedi l’articolo “Neuroplasticità. Riprogrammare la propria mente”). Il cervello, come la plastica, è in grado di plasmarsi, creando nuovi pensieri e nuove connessioni.
E’ necessario quindi liberarsi delle vecchie emozioni, dalle abitudini che non servono più, creandone delle nuove.
Lo Yoga e la meditazione sono un mezzo per riequilibrare e portare in armonia corpo, mente ed emozione. È l’unione della coscienza individuale con la coscienza universale.
Iyengar descrive lo Yoga come: “disciplinare l’intelletto, la mente, le emozioni e la volontà per trovare la pace interiore. È questa pace interiore che porta la felicità”.
Ognuno deve seguire la propria strada, non copiare o percorrere la stessa via o ricercare la stessa meta di un’altra persona. Questo perché le persone non avranno mai gli stessi identici samskara da cancellare o da modificare dalla propria mente. Ognuno, come insegna lo Yoga, ha “il proprio percorso karmico”.
La parola Karma in sanscrito, significa “azione compiuta”, non è altro che la legge causa-effetto. Ogni azione o pensiero fatto creano una conseguenza.
Proprio perché il Karma è anche una via d’azione, a volte si pensa che non facendo nulla non succederà nulla. Ma anche non fare nulla è fare qualcosa, perché si può decidere di fare qualcosa o di fare nulla. Ciò che è bene o male dipende dalla situazione in cui ci si trova. Anche fare del male a se stessi o lasciare che qualcuno ci faccia del male non è in linea con ahimsa, la non violenza.
Il Karma può essere un processo lungo. Se fai qualcosa di buono in questo preciso momento, non aspettarti una ricompensa nel giro di un minuto. È qualcosa che accumuli nel tempo è qualcosa che ritorna a te, con il tempo. Puoi vedere come funziona solo se ti prendi una pausa dalla tua vita quotidiana e osservi la vita con distacco. Rimanendo con un atteggiamento che lo Yoga lo definisce da “testimone”.
Se agisci con amore, diffondi un karma positivo, pianti dei semi buoni. Magari non ti sarà immediatamente corrisposto l’amore, ma avrai contribuito a creare un posto migliore, un mondo migliore. Dove tu dovrai vivere.
“Come le persone ti trattano è loro karma, come tu reagisci è il tuo”. Wayne Dyer
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